George Clooney, Matt Damon e Jean Dujardin presentano The Monuments Men a Che tempo che fa

The Monuments Men

The Monuments Men

Questa volta Fazio non ha badato a spese. Domenica sera un trio stellare, tutto al maschile, ha varcato la soglia dello studio di Che tempo che fa, accompagnato da un’intensa ovazione femminile, e il perché è presto detto: in ordine d’ingresso, sotto lo sfolgorio di luci roteanti, hanno sfilato dalla tendina d’entrata fino alle consuete poltroncine bianche Matt Damon, Jean Dujardin e George Clooney.

Un talk show a più voci con ospiti d’eccezione che concedono un’intervista esclusiva a poche ore di distanza dalla première italiana del loro ultimo film, che avrà luogo nella serata di lunedì presso l’UCI Cinemas Pioltello di Milano.

The Monuments Men è l’ultimo lavoro di Clooney, che vede il già due volte premio Oscar – miglior attore non protagonista per Syriana (2006) e miglior film per Argo (2013) – impegnato a 360 gradi sul set, come attore e regista, ma anche come sceneggiatore e produttore (come anche per Le idi di Marzo del 2011 e per Good Night, and Good Luck del 2005, di cui però Clooney non fu produttore). Al suo fianco altri due premi Oscar: “l’amico del cuore” Matt Damon – miglior sceneggiatura originale di Will Hunting, Genio ribelle (1998) – che collabora ormai da anni con Clooney (valga come esempio per tutti la celebre triade di Ocean di Soderbergh) e Jean Dujardin – miglior attore protagonista per The Artist (2011), primo francese a vincere la tanto ambita statuetta patinata in una delle più importanti categorie.

Il trio ‘dorato’, tra una battuta e una risata, chiacchiera affabilmente del film e delle ‘storie’ che gli ruotano attorno (dagli scherzi di Clooney alle esperienze degli attori sul set). La vicenda narrata è un pezzo di storia del ‘900. Ambientato durante la seconda guerra mondiale, il film narra di un plotone dell’esercito americano formato da architetti, critici d’arte, direttori di musei, designer e altri simili, scelti e reclutati ad hoc per una missione esclusiva e particolare: recuperare e proteggere tutte le opere d’arte trafugate in Europa dai nazisti del Terzo Reich che rischiavano la distruzione certa per esplicita volontà di Hitler. In studio, tra il pubblico, è presente anche uno di quei soldati che rischiarono la vita in questa nobile impresa, il più giovane dei Monuments Men: Henri Hetling.

Come non pensare a quanto reso noto dalle autorità tedesche proprio qualche mese fa: il ritrovamento a Monaco di Baviera di una collezione di circa 1500 opere d’arte, di artisti del calibro di Matisse, Picasso, Chagall (e molti altri), confiscate dai tedeschi, che si consideravano perdute per sempre. Viene da chiedersi quanto ancora ci sia di sommerso e nascosto da scoprire e restituire in ignoti appartamenti di altrettanto ignoti proprietari e quanto invece sia andato effettivamente distrutto e perduto per sempre.

Prima di essere tradotta in linguaggio cinematografico, questa storia (o questo pezzo di Storia) è raccontata in un libro omonimo di Robert M. Edsel (anch’egli in studio) edito nel 2009, che per caso capita tra le mani di Clooney: Grant Heslov, partner per la sceneggiatura e la produzione del film, trova il libro in aeroporto, lo compra e dopo averlo letto lo regala a Clooney, suggerendogli l’idea della trasposizione per il grande schermo. Così è nato The Monuments Men che dal 13 febbraio sarà distribuito nelle sale italiane.

Nel cast anche Bill Murray, Cate Blanchett e John Goodman.

Informazioni su Maria Vittoria Sparano

Maria Vittoria Sparano è nata a Belvedere Marittimo nel 1986. Nel 2004 si è trasferita a Bologna per intraprendere gli studi universitari e si è laureata, il 15 marzo 2013, in Filologia, Letteratura e Tradizione classica. Vive attualmente a Bologna.
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