I ricercatori della Seas Svizzera hanno presentato all’Expo un progetto per trasformare l’aria dell’atmosfera in acqua potabile e risolvere così la crisi idrica mondiale.
Dalla Svizzera giunge un intento innovativo in grado di trasformare l’aria in acqua.
Generare acqua potabile utilizzando l’aria: questo è l’intento Awa Modula (Air to water to air), esibito nel corso del prestigioso congresso “Acqua dall’aria per la vita” svoltosi dentro al Padiglione Svizzera dell’Expo a Milano.
Di cosa stiamo parlando? L’apparato, prodotto dalla start-up “Seas – Societè de l’eau aérienne Suisse”, usa, attraverso un processo di condensazione, l’umidità dell’atmosfera ed è in grado di generare dai 2mila e 500 ai diecimila litri d’acqua giornalieri, in qualsiasi luogo ce ne sia bisogno,annullando ,tra le altre cose , l’impatto sull’ambiente.Sarà così possibile distribuire risorse idriche nelle aree colpite da siccità, e riportare la vita anche nelle aree fortemente desertificate.
Dal sito della Seas leggiamo: “La richiesta d’acqua va crescendo e ci aspettiamo che passerà da 4,500km3 nel 2010 a 6,350km3 nel 2030. Purtroppo l’inquinamento, l’abuso, il deterioramento delle infrastrutture e il cambiamento climatico stanno riducendo le riserve d’acqua nel mondo. L’oro blu, ovvero le bottiglie d’acqua potabile costano più del petrolio. L’agricoltura, l’industria, e i settori energetici stanno competendo per la scarsità di risorse d’acqua che gli esseri umani necessitano per il loro consumo quotidiano. Il mercato dell’acqua in bottiglia è destinato a crescere del 10,7% ogni anno.”
Da queste parole comprendiamo come sia necessario trovare nuove soluzioni per recuperare l’acqua che necessitiamo.
Awa Modula, usando l’aria come materia prima, non necessita fonti d’acqua già esistenti da filtrare come mare, fiumi, laghi o acque reflue. L’acqua estratta con questo apparato può essere aggiunta di sali minerali oppure assegnata a scopo agricolo, o ancora distillata per uso alimentare, farmaceutico, ospedaliero, e per altri scopi imprenditoriali.
Anna Magrini, docente d’Idraulica, dell’ambiente ed energetica all’ateneo di Pavia ha aggiunto: “La tecnologia è frutto di più di 4 anni di studio e aumenta e garantisce un impatto sull’ambiente molto ridotto o praticamente nullo, oltre a non rilasciare impurità nell’eco-sistema locale e propone una fonte senza limiti e inesauribile di acqua potabile”.
Rinaldo Bravo, general manager di Seas, l’azienda produttrice del dispositivo ha chiarito: “Supponendo trenta gradi di temperatura dell’aria, il settanta percento d’umidità e 21,9 grammi di acqua in un metro cubico d’aria, potremmo estrarne il sessanta percento che vuol dire, a seconda dell’installazione, dai 2 mila ai diecimila litri d’acqua giornalieri, modulabili sino a centinaia di metri cubi, lasciando l’acqua in circolo costante, a temperature giuste, con la garanzia di una continua sanificazione”.
La Seas è una start-up creata nel 2014, con sede nel Canton Ticino e che vanta già 4 brevetti in grado di intrappolare l’umidità dell’atmosfera e trasformarla in acqua potabile di alta qualità.
Sistemi sperimentali della Seas si stanno provando attualmente in Messico, Perù, Ecuador, e ancora nelle isole Caraibiche, in Nord Africa, Sud Africa, Libano; negli Emirati Arabi e in Tunisia dove viene sperimentato per serre idroponiche; ad Abu Dhabi il progetto viene usato per alimentare una fabbrica di mozzarelle.
Una risposta a L’aria diventa acqua potabile. Progetto svizzero per risolvere la carenza idrica